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Il complesso dell’Ex Ospedale “Pietro Caruso”

E’ il 1537 quando Pietro Caruso, Governatore di Sambuca e filantropo, fonda, lungo il principale asse viario del borgo, di fronte all’attuale Piazza della Vittoria, un complesso monumentale oggi a lui intitolato, composto da un ospedale, una torre dell’orologio ed una chiesa. Le tre destinazioni d’uso originarie e i diversi tempi di costruzione sono evidenti nelle tre sezioni architettoniche del corpo di fabbrica, che occupa un isolato urbano tra le Vie Beccadelli, Baglio Grande, Pietro Caruso e Corso Umberto I. Il frontespizio dell’edificio è imponente. I suoi caratteri principali - lo slancio ancora verticale, le mura possenti, il bugnato molto accennato del basamento e i mascheroni antropomorfi - rendono evidente il passaggio dallo stile Tardo Gotico al Manierismo. L’ospedale rimase aperto fino al 1968. Oggi ospita attività culturali.

La Torre Civica

Annessa al complesso è la Torre Civica, con campanile a vela a doppia cella - riconfigurato nel 2000 - e il sottostante orologio. Una scala a chiocciola con scalini monoliti in pietra arenaria consente l’accesso alla stanza della macchina orologiaia che conserva un meccanismo di metà Ottocento: un piccolo gioiello realizzato dalla ditta Fratelli Terrile di Recco, storica fabbrica di orologi genovese. Qui troviamo custodita, infatti, un'interessante e complessa "macchina del tempo", composta da decine di ruote dentate e bilancieri, da cui si dipartono i pesi che servivano per dare la corda all'orologio e che attraversano l'intera altezza della torre. Nel 2023 è stato effettuato un intervento di manutenzione e ripristino dell’orologio e delle campane, affidato alla ditta trapanese “I Manutentori del Tempo” di Danilo Gianformaggio, che da diversi anni opera in Sicilia e tra i suoi tanti lavori ha rimesso in funzione l’orologio astronomico di Torre oscura di Trapani, l’orologio della Chiesa Madre di Calatafimi e l’orologio del Duomo di Monreale.

La Chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano

Contigua alla Torre civica e all’ospedale vero e proprio è la Chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano, che Caruso fece costruire a proprie spese. Del luogo di culto, soppresso nel 1866, sono rimasti fino al restauro solo i muri d’ambito, che evidenziano il passaggio dal tardo Gotico al Manierismo. La sua ex chiesa settecentesca, infatti, è stata demolita dopo il terremoto del 1968 con ruspe e pale meccaniche, pur non presentando nessun serio pericolo di crollo. Della facciata sul corso, di notevole effetto scenografico, si è proceduto all’abbattimento della parte sommitale. Il suo interno è stato adattato ad ospedale dalla seconda metà dell’Ottocento e fino al 1968, anno del sisma del Belice che ne decretò la chiusura. Oggi l’ex chiesa, restaurata, ospita attività culturali ed espositive e nel 2024, grazie al progetto Sambuca Welcoming di valorizzazione culturale di Corso Umberto I finanziato dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, è divenuta il Creativity Lab del borgo: uno spazio polifunzionale sede di eventi, laboratori, mostre temporanee, allestimenti, residenze artistiche e loro presentazioni dinanzi alla comunità e ai visitatori, cittadini temporanei di Sambuca.

“Il riparo”: l’opera di Karl Logge e Marta Romani, artisti residenti di Sambuca Welcoming

All’interno del Creativity Lab si trova “Il riparo”, l’opera realizzata nel corso della prima Residenza Artistica del progetto “Sambuca Welcoming” dalla coppia di artisti Karl Logge e Marta Romani - originari, rispettivamente, di Sidney in Australia e di Brescia nel Nord Italia - con il coinvolgimento della comunità sambucese. L’opera si compone di un arazzo e di un documento visuale che testimoniano il lavoro artistico di studio del territorio, di laboratorio di filatura e tessitura - sia all’aperto che nello spazio del Creativity Lab - di partecipazione alla vita del borgo e di coinvolgimento della comunità, raccolta insieme tra fusi e telai, e restituita - grazie alla coppia di artisti - ad un atteggiamento di socialità (perduto nel mondo iperconnesso, digitale ed individualista) ad un’azione antica sostenibile, comunitaria e identitaria, come quella della filatura e tessitura. L’opera d’arte tessile è composta da un’antica tela locale cui sono applicati manufatti in lana sarda e siciliana locale, colorata con tinte naturali e tessuta su telai in legno, rudimentali e mobili, dai due artisti insieme ai membri della comunità: uomini, donne, anziani, adulti e bambini, residenti e visitatori temporanei del Creativity Lab. Il lavoro si ispira al territorio ed in particolare al Riparo di San Giovanni, sito archeologico preistorico del territorio sambucese, con oltre 400 incisioni parietali lineari verticali e geometriche, tipiche dell’area mediterranea tra Paleolitico tardo e Neolitico. A breve distanza dal sito, resti di capanne e ceramica sparsa neolitica che testimoniano un complesso rupestre: probabilmente, un luogo di incontro comunitario di tipo sacrale, ma anche sede di un importante atelier per la produzione di industria litica, data l’enorme quantità di nuclei di selce.

La residenza artistica “Acchiappasegni | SpinLab + LanWeave” di Karl Logge e Marta Romani

Il progetto di residenza di Karl e Marta, “Acchiappasegni | SpinLab + LanWeave”, è risultato uno dei 2 vincitori - tra più di 130 candidature pervenute da tutto il mondo - della open call internazionale su arte e rigenerazione urbana lanciata nell’ambito di “Sambuca Welcoming”. Per 5 settimane, tra ottobre e novembre 2023, i due artisti hanno animato il borgo col loro progetto di Textile Art che, partendo da segni, tracce e simboli emblematici del territorio intorno a Sambuca di Sicilia, li rivitalizza attraverso i processi artistici essenziali e fondamentali della filatura e della tessitura per connettere comunità, tempo, memoria, paesaggio, pensiero.

Una coppia di artisti nella professione e nella vita. In Sardegna, alla scuola di Chiara Vigo

Logge e Romani, coppia artistica e nella vita, conosciutasi nel corso di una residenza presso Cittadellarte Fondazione Pistoletto nel 2012, vive e lavora in Sardegna, nell’isola di Sant’Antioco, dove si è trasferita nel 2014, per mettersi alla scuola di Chiara Vigo, maestra di tessitura tradizionale. Karl è designer, artista e accademico specializzato nella teoria dei futuri sostenibili, scenari speculativi e filosofia del design, con lavori e commissioni per importanti istituzioni come il Museum of Contemporary Art di Sydney, il Brisbane Museum, i Royal Botanic Gardens di Melbourne e la Triennale di Auckland. Nella sua pratica ha fatto uso di qualsiasi cosa: dagli interventi di Tai-chi e performance karaoke, al lavoro con api autoctone, frutta in salamoia e dolci deliranti per informare la creazione di manufatti ibridi e situazioni favolistiche. Da quando si è trasferito in Italia ha utilizzato questa esperienza per completare un dottorato di ricerca su pratiche radicali sostenibili e design strano. Marta ha un background in belle arti e decorazione, specializzata nell'utilizzo delle qualità didattiche dell'arte in vari contesti educativi. Ha una laurea in animazione e, dopo aver lavorato a varie trasmissioni, cortometraggi e progetti di illustrazione, si è rivolta all'arte utilizzando video, audio, animazione, illustrazione e pittura insieme alla tessitura, al ricamo e alla tintura naturale. Interessata a mescolare diversi aspetti del personale e dell'universale per raccontare storie su chi siamo e dove siamo, stiamo andando, si concentra sul processo dell’arte tessile in cui la memoria viene trasmessa attraverso gesti ripetitivi, sulla creazione di segni e sullo spazio di scambio che si trova nell'insegnamento e nell'apprendimento. Unendo la loro vasta gamma di interessi, competenze ed esperienze hanno collaborato con varie istituzioni come il New European Bauhaus Festival di Bruxelles, l'Irish Museum of Modern Art di Dublino, Georges River Air e Ironbark Gallery di Sydney, il Nature Art e Habitat Residency in Val Taleggio, Cittadellarte Fondazione Pistoletto a Biella, Borgo degli Artisti e Mostra Mercato a Bienno, BOOM Festival in Portogallo, The Museum of Contemporary Art a Sydney e Auckland Triennial ed, in Sicilia, con Kòrai - Territorio, Sviluppo e Cultura nella residenza artistica presso il Comune di Sambuca di Sicilia. La loro arte è influenzata dal tempo profondo dei luoghi, dei cicli e delle stagioni, strettamente connessa alla natura, al territorio e alla memoria culturale. Lavorando con il colore, il tempo, la ripetizione e la natura, creano opere che mobilitano lo spazio dell’arte come ambito della memoria, coinvolgendo l’alchimia materiale e i gesti senza tempo della tessitura come piattaforma per generare nuove modalità di trasmissione, scambio e incontro. Nei loro lavori combinano arte dal vivo, interrogazioni specifiche sui materiali e installazioni site-responsive indagando su come gli antichi aspetti della tessitura, della filatura e della morte possono essere utilizzati per esplorare temi di crisi, adattamento e interconnessione.

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