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Dalla demolizione al recupero della memoria

Della Chiesa di San Giorgio, demolita nel 1958 per una sciagurata scelta urbanistica degli amministratori del tempo - unita all’incuria delle autorità laiche e religiose dell’epoca e alla mancanza di sensibilità culturale sulla conservazione del patrimonio storico, artistico e monumentale - fu dunque recuperato, come testimonianza della memoria di un passato e patrimonio culturale identitario per tutta la comunità sambucese, il maestoso e splendido portale monumentale d’ingresso in pietra bianca, databile, come testimonia un'incisione, al 1565. Ritrovato dopo 60 anni di oblio e di abbandono, nel 2018 fu restaurato grazie al contributo di uno sponsor privato. Ricollocato nella sua sede originaria all’inizio del quartiere saraceno di Sambuca di Sicilia, costituisce una quinta scenografica che richiama idealmente l'ingresso all’omonima chiesa distrutta. Il portale fu incastonato in una profonda "lama" ossidata - in evidente contrasto cromatico con la pietra - che, come riporta la scritta all’interno dello stesso portale, entra nel cuore della piazza, a ricordo della profonda lacerazione causata dalla distruzione della chiesa più antica del paese. La cerimonia di inaugurazione fu accompagnata dalla fanfara dei bersaglieri, da cavalieri e amazzoni in sella a purosangue, da giochi pirotecnici e stelle filanti.

Il portale di San Giorgio

Ci troviamo nella piazza originariamente dedicata a San Giorgio - e per questo detta ancora oggi da molti “u chianu di San Giorgio” - e oggi intitolata allo scrittore Emanuele Navarro della Miraglia. 

La più antica chiesa di Sambuca sull’antica moschea

Qui, su un’antica moschea araba in prossimità dell’ingresso al quartiere saraceno, fu edificata nel ‘500 una chiesa dedicata a San Giorgio, la più antica dell'abitato, di cui questo portale vuole essere testimonianza. Fu il primo luogo di culto cristiano a Sambuca, dunque dal valore simbolico molto forte poiché segnava il passaggio tra il periodo arabo e quello della prima evangelizzazione. La chiesa aveva due alti campanili: uno era originariamente la torre del castello di Zabut, poi inglobata nel luogo di culto cristiano; l'altro, edificato per accogliere l'orologio civico, dava il nome a "lu chianu di San Giorgio".

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