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Come un grande teatro siciliano, ma in miniatura

La costruzione del Teatro, vicino l'antica porta di Santa Maria nella Via Grande - oggi Corso Umberto I - prende avvio nel 1848, sotto la direzione del capo d'arte sambucese Girolamo Salvato, e durerà 3 anni, sino al 1851. Il risultato sarà un gioiello dell’artigianato locale ottocentesco. Le linee architettoniche, insieme alla struttura e allo stile, riprendono le caratteristiche dei più grandi teatri siciliani come il Massimo e il Politeama di Palermo, il Bellini di Catania, il Pirandello di Agrigento, il Regina Margherita di Racalmuto, sorti in quella fase storica. Il Teatro “L’Idea” ha il tradizionale impianto a ferro di cavallo, tipico dell’epoca, con volta a cupola schiacciata, un ampio palcoscenico, tre ordini di palchi e platea con una capienza complessiva di 251 posti. La volta della platea e l’arco armonico furono opera del capo d’arte Maestro Girolamo Salvato, mentre Placido Carini, artista e scenografo palermitano, curò il sipario e la scenografia del palcoscenico, inizialmente costituita da una galleria, una reggia, un salotto, una camera con porta al centro, un sotterraneo ed un bosco.

Il Teatro comunale: “L’Idea” di 6 mecenati borghesi

Siamo nella metà dell’Ottocento e a Sambuca di Sicilia, dove la classe egemone locale, in questa fase storica, nutre vivi interessi letterari, un gruppo di borghesi liberali locali, aperti agli influssi artistici, letterari e patriottici e amanti dell’arte, decide di investire le proprie risorse economiche per creare un luogo deputato all’arte: il Teatro cittadino. Domenico Giacone, Salvatore Merlini, Salvatore Ciaccio, Giuseppe Giacone, Antonino Oddo e Gioacchino La Genca sono, all’epoca, 6 privati cittadini sambucesi, espressione della classe dirigente progressista e illuminata dell'epoca. Amanti degli spettacoli teatrali e lirici, ma non solo. Il loro interesse per lo sviluppo intellettuale ed il progresso sociale del paese, infatti, li renderà artefici di molteplici iniziative promozionali che porteranno avanti in autonomia: tra queste, appunto, il Teatro “L’Idea”.

Le straordinarie vicende storiche e artistiche di un piccolo gioiello d’artigianato ‘800esco

Nel 1886, i proprietari, discendenti delle famiglie che avevano costruito il teatro, non essendo più in grado di sostenerne i costi di gestione e di manutenzione per le mutate condizioni storiche ed economiche, lo vendettero al Comune che ne iniziò le opere di restauro. Il fabbricato, infatti, senza manutenzione, era gravemente danneggiato: tra acqua, polvere e topi le belle scene dipinte da Placido Carini erano andate distrutte. Nacque, allora, una gara tra le maestranze sambucesi, animate da entusiasmo e “sentimento patriottico”, per migliorare l'opera. Venne realizzato un lucernario in mezzo alla volta per dare luce ed aria alla platea. Gli ebanisti sistemarono le opere in legno ed il pittore adornista Domenico Ferrara (pure artefice dell’illuminazione alla veneziana nella Chiesa di Maria SS. dell’Udienza) decorò e dipinse tutte le meravigliose scene e le fini decorazioni liberty ad affresco di cui si conservano ancora motivi e cromie originali. Così, sul finire dell’Ottocento, ritornato alla pubblica fruizione, il Teatro ospitava importanti compagnie teatrali e celebri attori: Angelo Musco, Rosina Anselmi, Zoppelli, Zappalà.

Una parentesi cinematografica, il terremoto, i restauri e una nuova vita

Alla fine degli anni ‘50, in seguito al boom del cinema, l’edificio, gestito da una società privata, fu saltuariamente utilizzato come cinematografo, per poi venire chiuso agli inizi degli anni ‘60. Danneggiato dal terribile sisma che nel gennaio del ‘68 devastò l’intera Valle del Belìce, fu sottoposto agli inizi degli anni ‘70 ad un lungo restauro (il secondo dopo quello effettuato sul finire dell’800). Le opere di consolidamento e di ristrutturazione salvaguardarono l’impianto originario. L’edificio fu arredato e riaperto alla pubblica fruizione nel ‘92 con una Stagione Teatrale cui partecipò tutta la comunità del Belice. Oggi è gestito da un’istituzione comunale. Nel restauro, la facciata non subì grandi cambiamenti. Solo l'ingresso principale, cui si accede da una gradinata in marmo bianco, si è arricchito di una elegante pensilina in vetro e ferro battuto. Varcato l'ingresso principale, si accede al foyer con, a sinistra, la biglietteria. Da qui, tre scale, una principale e due laterali, conducono a platea e palchi. L’interno è illuminato da un grandioso lampadario in vetro di Boemia. Al secondo piano è presente un altro piccolo foyer: il ridotto.

Un vibrante luogo di straordinarie attività culturali per tutta la Valle del Belìce

Oggi il Teatro "L’Idea" rappresenta un punto di riferimento essenziale per la vita culturale e sociale non solo di Sambuca, ma dell'intera valle del Belìce e di un più ampio territorio. “L’Idea” è stato anche centro di preparazione e formazione teatrale e musicale, sede di convegni ed attività culturali aperte ad ogni espressione. Oltre alla stagione serale, si realizzano delle matinée per studenti delle scuole di ogni ordine e grado dei centri belicini. Nel tempo, ne hanno calcato il palcoscenico grandi artisti come Oreste Lionello, Katia Ricciarelli, Gianfranco D’Angelo, Nando Gazzolo, Gianrico Tedeschi, Paola Quattrini, Lando Buzzanca, Valeria Valeri; e, più recentemente, noti attori, cantanti, intrattenitori come Enrico Lo Verso, Pif, Galatea Ranzi, Alessandro Preziosi, Debora Caprioglio, Mario Venuti, I Soldi Spicci.

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