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Storia, miti e leggende della città sotterranea

In questi affascinanti cunicoli si è scritta la storia della cittadina, il lavoro dei purriaturi, ma anche le leggende delle vittime segregate vive negli spazi sotterranei nel periodo arabo. Secondo le credenze popolari, in questa piccola casbah intorno al castello di Zabut venivano avvistati, durante la notte, fantasmi vestiti da saraceni a cavallo, che sparivano poi tra un vicolo e l’altro. Per allontanarli, i Sambucesi, spaventati, intorno al 1550 realizzarono nel costone roccioso accanto al castello la piccola cappella dedicata alla Madonna della Scala o della Scalilla, poi sostituita da una chiesa, sul finire del 1500. A memoria di questi fatti, intorno al 1800, la via principale del quartiere venne chiamata via Fantasma.

Le Purrere tra i Luoghi dell’Identità e della Memoria (LIM)

Le Purrere del Quartiere Arabo di Sambuca - luoghi "archeologizzati" di estrazione, raccolta, produzione - sono state inserite dalla Regione Sicilia tra i LIM (Luoghi dell’Identità e della Memoria) nella sezione dei Luoghi storici del lavoro: un patrimonio di enorme importanza oggetto di un progetto di valorizzazione, opportunità per definire le strategie di sviluppo della comunità che li accoglie.

Le Purrere

Sotto le case del quartiere saraceno dell’antica Zabut dove ci troviamo, corre una fitta rete di cunicoli e grandi stanze: sono le purrere, cioè cave sotterranee, da cui, in età medievale, si estraeva il tufo per le case, costruite poi nello stesso luogo con conci sambucesi da 25x25x50 cm. Questi ambienti molto suggestivi che si trovavano sotto ogni abitazione restavano accessibili tramite un buco e venivano usati per farvi fermentare i vini liquorosi o come letamaio e discarica dei rifiuti. Furono svelati nel 2015 con l’apertura dell’accesso da piazza Saraceni, da cui oggi si entra per immergersi nelle viscere della terra, a 12 metri di profondità, tra fessure, graffiti e conci squadrati.

Una sorpresa inaspettata nelle viscere del borgo

Oggi l’estensione di questa città sotterranea si può solo immaginare, ma le viscere del bellissimo borgo siciliano continuano a sorprendere come luoghi del racconto, del mistero, ma anche del presente e dell’imprenditoria. A 12 metri sotto il livello stradale, le Strade del Vino nel 2016 hanno allestito l’Enoteca dei Rossi, una cantina-archivio della vitivinicoltura delle Terre Sicane: luogo scelto anche perché, oltre all’alto tasso di umidità, la temperatura resta sempre costante intorno agli 11-12 gradi: temperatura ideale per la conservazione dei rossi. Nel 2025 il miglior rosso verrà premiato: un rosso che arriva dalle cave di pietra, dove un tempo vivevano i fantasmi.

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