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Sambuca riflette la cifra artistica dei popoli che l'hanno abitata, delle nobili famiglie che l’hanno impreziosita e di chi, ancora oggi, continua a valorizzarla.

Sull’antico scenario saraceno, il passato incontra il contemporaneo e dal loro intreccio nascono scorci preziosi che arricchiscono il territorio.

Scoprire il Borgo attraverso l’arte vuol dire catapultarsi in un passato assai lontano. Attraverso la scoperta di Monte Adranone, vecchia colonia selinuntina, e del seicentesco Palazzo Panitteri, luogo in cui si trovano oggi gran parte dei reperti archeologici che raccontano dell’esistenza dell’antica città di Adranon, distrutta dai Romani sul finire del III secolo a.C., è possibile ammirare un ricco patrimonio archeologico costituito da suppellettili, cinture bronzee, strigili, vasi di ceramica attica, colonne e capitelli dorici e ionici e molti altri reperti del corredo funerario della Tomba della Regina. Sul prospetto del Palazzo Panitteri, invece, è possibile ammirare una maestosa scultura in ferro raffigurante una “babbalucia” ad opera dall’artista locale Enzo De Luca, un fabbro che ha fatto del suo lavoro la sua arte.

Dai Greci agli Arabi, Sambuca custodisce e valorizza i resti dell’antica Zabut. Un chiaro esempio di connubio tra antico e moderno sono i Vicoli Saraceni, c.d. "Li Setti Vaneddi”, stradine strette e pavimentate di ciottoli, tipiche dei saraceni, che diramano dai resti del vecchio castello di Zabut. Oggi, le caratteristiche viuzze rivivono anche grazie ai cromatismi di artisti sambucesi e delle zone limitrofe che, con la loro arte e i loro colori brillanti, hanno impreziosito cortili, pareti, porte e scalinate.

Il viaggio nell’arte continua lungo il C.so Umberto I, culla di un ingente patrimonio artistico che attraversa i secoli e ne rivela le diverse cifre stilistiche, trascinando l’osservatore dai meravigliosi stucchi barocchi di scuola serpottiana della Chiesa di Santa Caterina, a quelli attribuiti agli epigoni dei Messina situati nella Chiesa del Purgatorio, scrigno d’arte e bellezza, nonché sede del MuDìA (Museo di Arte Sacra) che nel 2017 ha ospitato il “Ritratto di Paolo III Farnese”, un Capolavoro di Tiziano messo in mostra nella sala centrale del Museo, in cui sono esposte le opere del pittore cappuccino Fra Felice da Sambuca.

Dall’arte barocca allo stile Liberty di Placido Carini, i cui affreschi adornano l’ottocentesco Teatro Comunale “L’Idea”, passando per lo stile realista pittore sambucese Gianbecchina.

Anche le nuove generazioni si addentrano nel meraviglioso mondo dell’arte. Sambuca, infatti, vanta un ampio ventaglio di artisti locali e non che hanno lasciato e continuano a lasciare la loro impronta nel Borgo. Dalle opere del giovanissimo Lorenzo Maniscalco, figlio d’arte e autore di numerosi murales e pannelli in ceramica sparsi per il Borgo, alle coloratissime ceramiche interamente dipinte a mano di Franco Safina e Antonio Governale. A contribuire al grande patrimonio artistico di Sambuca vi è anche l’artista francese Sylvie Clavel, con le sue opere realizzate interamente attraverso l’intreccio di fibre tessili naturali.

In ultimo, ad arricchire il Borgo, anche artisti internazionali con le loro opere; è questo il caso della coppia composta da Marta Romani e Karl Logge e dell’artista argentino Julian Andrés Provenzano, arrivati a Sambuca grazie ad un’esperienza unica promossa dall’impresa culturale Korai - Territorio, sviluppo e Cultura- Scarl i.s ETS in collaborazione col Comune di Sambuca di Sicilia nella compagine di azioni culturali del progetto “Sambuca Welcoming. A S.M.A.R.T. Community Village fra tradizione e innovazione” sostenuto dal MIBACT.

ARTE NEL BORGO

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